ricordi
Cimitero Arciconfraternita della Misericordia di Prato
Ricordi, ricordo, vita vissuta, amore, tristezza, pianto, fiori, cupo, triste, grigio, silenzio, anima, pace, riposo, dormire, riposare, aspettare, lasciar andare, salutare, casa, raccoglimento, lacrima, calma, serenità, croce, lapide, famiglia, unione, foto, volti, bianco e nero, colore dei fiori, luci calde, tombe vuote, persone sole, solitudine, compagnia.
Perché dietro a ogni volto è legata una storia, una vita, un ricordo. Chi torna sulla lapide del proprio parente, persona amata che non c’è più lo fa con l’intento di mantenere vivo il suo ricordo, la sua storia. Forse muori veramente quando non viene più nessuno a trovarti al cimitero, quando il tuo ricordo non continua a vivere nelle vite degli altri.
Un luogo che mi viene in mente è il cimitero. So che, agli occhi di molti, può essere percepito come un luogo triste e cupo, ma a me trasmette calma e tranquillità. Sarò strana io, si lo sono, ma è un posto dove vado soprattutto per isolarmi o raccogliermi in me stessa. Spesso provo la stessa sensazione quando cammino per la città e trovo una chiesa: mi rifugio al suo interno e tutto il resto scompare, si ovatta. Anche i cimiteri mi fanno questo effetto. Li trovo luoghi interessanti, posti dove l’anima riposa. Non l’ho ancora fatto ma vorrei andare lì anche a disegnare. Invece una cosa che faccio è provare a immaginare chi erano quelle persone che non ci sono più, che vita avevano, la loro storia, non sapendola provo a immaginarla. Mi succede di farlo anche con le persone che vedo per strada. È un gioco divertente.
Mia madre ha perso mia nonna quando era abbastanza giovane, e io avevo solo sei anni. Da piccola, andavo spesso con lei a trovare mia nonna al cimitero, portandole dei fiori. Forse la connessione che ho con quel luogo deriva proprio dal fatto che ho “conosciuto” mia nonna attraverso il cimitero. Ogni volta che ci andavamo, dopo aver cambiato, lavato e sistemato i fiori, parlavamo con lei. La mamma mi raccontava qualcosa di lei: una storia, ciò che le piaceva, chi era. Adesso, riposa lì anche mia nonna Maria, è morta il giorno di Natale, proprio durante il pranzo. È stato uno shock. Ma quell’evento mi ha fatto riflettere profondamente, e ho davvero compreso, in quel momento, l’importanza degli affetti. Ti rendi conto di chi ti resta accanto di fronte a due cose: quando affronti un lutto e quando stai male fisicamente/emotivamente per una relazione, per l’università qualsiasi cosa. E anche se il cimitero può sembrare un luogo triste, e si lo è, è anche tanto pieno di amore. Quest’anno non abbiamo trascorso il Natale in famiglia, al ristorante o a casa a divertirci come avevamo programmato. Lo abbiamo passato in chiesa e al cimitero. Per me, da allora, quel luogo ha assunto un significato ancora più profondo. Essere insieme in quel luogo a salutare mia nonna, stringerci nel dolore, ma soprattutto lí ho capito cos’è l’amore. Mia nonna aveva tanti fiori sulla sua tomba. Rose rosse, gerbere, tulipani (i suoi preferiti) erano talmente tanti che abbiamo deciso di dividerli e portarli a casa per non farli appassire subito tutti. Io mi sono guardata intorno e ho visto che alcune lapidi erano spoglie, non avevano nemmeno un fiore, allora li ho distribuiti a giro, come se fosse la nonna a donarli. E non lo so ho sentito tanto amore in quel gesto, come se la tristezza sparisse. Un po’ come se quelle persone dimenticate senza fiore tornassero a vivere per un pochino, perché ricordate.